Il sentiero delle 52 gallerie fu costruito durante la prima guerra mondiale, più precisamente tra marzo e dicembre del 1917 dalla 33-esima compagnia minatori del quinto reggimento del genio, sotto la guida dell'ingegner Giuseppe Zappa. Scopo primario di questa imponente opera fu quello di portare gli approvvigionamenti alla prima linea dell'esercito italiano che combatteva sul versante meridionale del Pasubio, di certo quello più aspro e difficile da servire. Molto importante era dunque riuscire a portare cibo, e altri generi di necessità senza portarsi allo scoperto, restando fuori dal tiro dell'artiglieria austriaca. Fu così che prese forma questo sentiero, realizzato a mezza costa, che si snoda da est verso ovest, tagliando ora ampi valloni (Val Camossara), ora arditi vaj (vajo del Ponte, vajo del Motto) ora verticali pareti di roccia e che collega Bocchetta Campiglia (1216 metri) a Porte del Pasubio (1928 metri). Quando fu costruito, questo sentiero era costantemente protetto da un corrimano nei tratti fuori dalle gallerie, mentre le gallerie stesse erano illuminate con energia elettrica proveniente dal gruppo elettrogeno sito a Bocchetta Campiglia; poi con l'avvento del Fascismo e con la seconda guerra mondiale tutto il ferro del corrimano fu usato per fabbricare armi e cannoni e così oggi si possono vedere solo alcuni resti di tutto questo.
Il sentiero parte dai 1216 metri di Bocchetta Campiglia (segnavia 366) e giunge ai 1928 metri di Porte del Pasubio in 6,3 Km, di cui 2,3 in galleria. La larghezza non è mai inferiore ai 2 metri e 20 e la pendenza media è del 12% (max. 22%). E' sconsigliabile percorrerlo durante l'inverno per la presenza di grandi accumuli di neve che talvolta ostruiscono completamente gli accessi alle gallerie: è piuttosto pericoloso anche se affrontato con la necessaria attrezzatura. D'estate invece rimane una piacevole e sicura passeggiata.
Lungo la SS 46 del Pasubio che collega Schio a Rovereto, tre chilometri a sud del passo Pian delle Fugazze (dir. Vicenza), si dirama la strada per Colle Xomo (1058 metri). Una volta raggiunto il passo, si prende a sinistra per Bocchetta Campiglia, che si raggiunge in due chilometri (strada recentemente asfaltata), e qui si lascia l'auto.
Lasciata Bocchetta Campiglia, il sentiero sale con rapidi
tornanti guadagnando velocemente quota, infatti il primo tratto è il più
faticoso. Oltre la 31-esima galleria, dopo aver attraversato l'imponente Val
Camossara, il sentiero si fa decisamente meno ripido, fino a raggiungere la
quota massima di 2000 metri in corrispondenza della Val Fontana d'Oro, per poi
scendere al rifugio A. Papa (1928 metri). Il tratto finale che sovrasta la Val
Canale è sicuramente il più remunerativo dal punto di vista paesaggistico.
Alcune gallerie sono assai caratteristiche come ad esempio la
20 che si sviluppa a forma di spirale all'interno di una guglia per uscirne
quasi sulla sommità. La più lunga è la numero 19 che supera i 300 metri. Quasi
tutte le gallerie sono dotate di aperture dalle quali entra luce, ma ci sono
comunque tratti assolutamente bui, tanto da rendere indispensabile una
torcia elettrica.
Una volta raggiunto il rifugio A. Papa, l'itinerario delle 52
gallerie termina. Molto interessante è la visita della cosiddetta Zona Sacra,
quella che fu teatro dei più violenti scontri tra le truppe italiane e le truppe
austriache, che si sviluppa a nord del citato rifugio e che culmina a cima Palon
(1.15 ore dal rif. A. Papa), la cima più alta del massiccio del Pasubio, da dove
si può godere di un paesaggio a 360° veramente unico sulle Piccole Dolomiti e
sulle Dolomiti vere e proprie.
Per la discesa ci sono due possibilità: la prima, banalmente,
è ripercorrere a ritroso le 52 gallerie, che in discesa, in assenza della
fatica, si possono apprezzare maggiormente, mentre la seconda è la strada degli
Scarrubi. Essa si diparte da Porte del Pasubio, 20 metri a destra del rifugio
(segnavia 370), e taglia il versante nord prima della Cima dell'Osservatorio e
del Cimon dei Sogli Rossi poi. Il sentiero vero e proprio segue dapprima la
strada, per poi tagliarne rapidamente i tornanti quando essa entra nel Vallone
delle Caneve di Campiglia, dove scende con ampi e regolari avvolgimenti. La
strada porta infine a Bocchetta Campiglia dove "si chiude il cerchio".